Sabato 7 novembre 2015 - Cristian Borghetti presenta LE CABINET MASSON

Presentazione in LiberaMente

Cristian Borghetti

Cristian Borghetti

Paolo D'Anna e Cristian Borghetti in LiberaMente
SABATO 7 NOVEMBRE 2015
ORE 17
Presso la Libreria LiberaMente di Oggiono
CRISTIAN BORGHETTI
presenta il suo nuovo romanzo
LE CABINET MASSON Streetlib ed.
Il libraio di LiberaMente e PAOLO D'ANNA conversano con il Pubblico e l'Autore

Dal dipinto "AFTER THE INK" dell'americano Dorian Cleavenger, nasce l'idea del romanzo Le cabinet Masson, il nuovo romanzo dello scrittore Cristian Borghetti.
After the ink - D. Cleavenger
L'opera è ambientata nella Parigi del 1912, nel cuore della Belle Epoque. Le descrizioni della Ville Lumière sono così precise che sembra di esserci veramente, di percorrere quelle strade, di entrare in quei café, in quei teatri. Se ne respira l'aria frivola ed euforica.
Bastien Delacroix, il protagonista è un tipo ambizioso e senza scrupoli. Insegue il suo sogno di divenire l'artista tatuatore più noto e influente non solo della scena parigina ma del mondo intero.
L'incontro con la più famosa modella della Ville Lumière, Iman Lefebvre, sembra il trampolino di lancio tanto atteso.
Da questo momento inizierà invece la caduta. Coinvolto suo malgrado nell'omicidio della donna, il protagonista si troverà a fare i conti con un passato che ritorna, si vendica, riportando a galla il ricordo di scelte e di azioni, spesso sconsiderate, fatte solo in nome del successo e dell'ambizione personale.
Un romanzo noir, aria da feuilleton, tanto caro all'Autore, che sembra si sia definitivamente liberato da quella scrittura aulica e nera dei primi lavori e ha finalmente raggiunto quella semplicità di scrittura che i lettori amano e permette a mio modo di vedere di dire quanto sono bravi gli scrittori che ci riescono.
Riconosco un grande miglioramento stilistico in Borghetti. Bravo! E tante pagine ancora.
Cristian Borghetti
CRISTIAN BORGHETTI, nasce nel 1970, vive e lavora a Lecco.
"La prima opera è stata Ora di vetro che poi ha dato il via a tutto il seguito: La mano sinistra del diavolo e Gideon il pellicano di Londra, con ciascuno dei quali ho partecipato all’Horror Polidori  e che sono stati pubblicati nelle antologie del premio. Poi ho scritto un racconto che uscirà in un progetto horror a breve; altri racconti brevi per altre raccolte e il romanzo che sarà pubblicato tra poco, ambientato nella belle époque (LE CABINET MASSON nda)". C. Borghetti

Martedì 3 novembre 2015 - Toni Capuozzo presenta il libro IL SEGRETO DEI MARO'


MARTEDI 3 NOVEMBRE
ORE 21
Presso la Sala Consiliare del Comune di OGGIONO
TONI CAPUOZZO
presenta il suo ultimo libro
IL SEGRETO DEI MARO' ed. Mursia
INGRESSO LIBERO
 
Il 15 febbraio 2012 nell'Oceano Indiano due pescatori vengono uccisi da una raffica di colpi sparata da una nave mercantile. Nello stesso giorno la ENRICA LEXIE, petroliera italiana con a bordo un Nucleo Militare di protezione, ha respinto un tentativo di abbordaggio. Nel giro di poche ore la nave italiana inverte la rotta e viene fatta ormeggiare nel porto di Kachi, e qualche giorno dopo i due fucilieri di Marina, massimiliano Latorre e Salvatore Girone, vengono arrestati.
Comincia così il "caso marò", una vicenda che è diventata un limbo giudiziario fatto di inchieste approssimative, estenuanti dibattiti sulla giurisdizione e sull'immunità funzionale, rinvii e nulla di fatto.
Toni Capuozzo ricostruisce gli eventi, a cominciare dalla legge che consentì l'impiego di militari a bordo di navi mercantili. Spiega il groviglio giuridico che ha intrappolato due Paesi amici, l'Italia e l'India, e il peso degli interessi economici e politici che hanno condizionato la vicenda, gli errori di tre Governi e cinque Ministri degli esteri italiani. Ma soprattutto ricostruisce l'incidente del 15 febbraio facendo emergere tutte le contraddizioni e le lacune dell'inchiesta indiana e avanzando un'ipotesi di innocenza dei due militari, mai fatta proprio dalla diplomazia italiana. Latorre e Girone hanno sempre detto "Siamo innocenti". Ma nessuno finora gli ha creduto. Perché?

TONI CAPUOZZO è nato in Friuli da padre napoletano e madre triestina, laureatosi in Sociologia a Trento, è giornalista dal 1979. Ha seguito per la carta stampata (Lotta Continua, Epoca , Panorama) e per la televisione (Studio Aperto, TG4, TG5), i conflitti in America Latina, Africa Medio Orientale, Balcani e Asia. Dal 2001 cura e conduce il settimanale Terra!
Tra le sue pubblicazioni Il giorno dopo la guerra (1996), occhiaie di riguardo (2007), Adiòs (2007) e Le guerre spiegate ai ragazzi (2012). Nel 2009 ha messo in scena con Mauro Corona e Luigi Maieron, Tre uomini di parola, uno spettacolo i cui proventi hanno finanziato la costruzione di una casa-alloggio per il centro grandi ustionati di Herat (Afghanistan)

FERON DE UGION - dal 21 al 26 ottobre 2015

UL FERON DE UGION 2015


Anche quest’anno l’Associazione UMB (Università del Monte di brianza) ha voluto fare un regalo all’amica associazione PROLOCO di Oggiono e soprattutto alla nostra Oggiono.
Non siamo nostalgici del passato. Ognuno vive il proprio presente, bello o brutto che sia, con i mezzi e la tecnologia che ogni tempo storico propone. Curiosi lo siamo, questo è sicuro, e lo ritengo un vanto anche perché la curiosità nostra non è rivolta ai vicini, non è il pettegolezzo, oggi si direbbe gossip, semmai ai lontani in senso temporale. E che bello è quando si recuperano storie che sembravano dimenticate. È un po’ come riconoscere qualcosa che avevamo dentro e non sapevamo perché. Questo è lo spirito che ci anima.
UNA FOTO NON SCATTATA, E’ UN RICORDO CHE NON C’ E’!”
Questa pubblicità Kodak ebbe la geniale illuminazione di sintetizzare in una minuta frase una realtà che, attraverso fotogrammi, continua a testimoniare e ad emozionare.
Infatti, credendo proprio nella capacità di trasmettere suggestioni, si desidera proporre la mostra  OGGIONO IN BIANCO, NERO, POCO COLORE.
 Le foto scandagliano, analizzano, immortalano, rendono partecipi di un viaggio antico, tra passato e presente.
Esaltano bellezze paesaggistiche e naturali, le architetture dei paesi, illuminano di nuova viva vita gli antichi mestieri ed onorano quei volti, ritratti , così vissuti, così intensi nei quali abbandonarsi per ritrovare le proprie radici.
Con grande difficoltà abbiamo racimolato materiale fotografico, volti, case, muri che non ci sono più, fabbriche, momenti di passaggio. Tappe concatenate di vita che nel giro di un secolo hanno trasformato la nostra società intera, non solo quella del nostro paese. Intendo dire quel passaggio dalla vita contadina a quella industriale fino a lambire il nostro tempo.
Il palcoscenico di queste tappe di viaggio visive è l’area di un capannone, quello dei F.lli DONADEO, ancora una volta protagonista di nuovi modi di proporre ed usufruire dell’arte, nelle sue forme più variegate. Nel susseguirsi delle immagini del nostro un po’ dimenticato paese, è normale riscoprirsi condizionati da un nuovo modo di vivere esperienze individuali che entrano in gioco e danno origine a nuovi sentimenti.
E’ proprio suscitando reazioni emotive, stimolando associazioni, richiamando l’attenzione, che le immagini si rivelano nel loro più alto potenziale elemento di comunicazione: la memoria che viaggia nel tempo, si ferma, si mette in posa, si mostra, ci emoziona.
In posa ci sono i nostri bisnonni, i nostri nonni, ci siamo noi bambini. C’è il senso del tempo che ha un colore bianco, nero, poco colore.
Questo è il messaggio che l’associazione UNIVERSITA’ DEL MONTE DI BRIANZA con il GRUPPO FOTOGRAFICO  RICERCA E PROPOSTA in collaborazione con la PRO LOCO e la tessitura FRATELLI DONADEO, desiderano inviare a tutti coloro che visiteranno questa mostra dove il tempo passato si ricongiunge al presente e continua ad affascinarci.
Ecco come UNA FOTO; TANTE FOTO SCATTATE  SONO TANTI RICORDI, CHE CI SONO!!
Plastico di Oggiono (1962-1965)

Particolare - Plastico storico di Oggiono


Una chicca. 
Al centro della mostra si potrà ammirare il plastico di Oggiono, costruito in cartoncino e cartapesta cinquant’anni fa dagli scolari del maestro GINO MARUCCI. Io ero uno di quei ragazzini. Un’occasione per vedere un lavoro che si può definire opera d’arte, se consideriamo l’età di quei costruttori, bambini di sette anni che iniziarono il plastico in seconda elementare e lo terminarono in quinta. È la fotografia della nostra cittadina cinquant’anni fa. Quanti cambiamenti e quanti ricordi.
Vi aspettiamo DOMENICA 25 ottobre per l’inaugurazione della Fiera di S. Andrea, il FERON di Oggiono alle ore 10 presso il piazzale espositivo di Viale Vittoria e poi all’inaugurazione della mostra fotografica.
In occasione della Mostra, il Sig. Franco Donadeo gentilmente accompagnerà i visitatori a conoscere la fabbrica e lo spaccio interno.

PROGRAMMA Associazione culturale UNIVERSITA’ DEL MONTE DI BRIANZA.

MERCOLEDI’21 ottobre   
Presso B.C.C.
Proiezione Film TE LA DO ME LA MERICA
                                 Presentazione della mostra fotografica
                             OGGIONO IN BIANCO, NERO, POCO COLORE

DOMENICA 25 ottobre 
Ore10,30-18
Presso  ditta Fratelli DONADEO Via LEOPARDI
MOSTRA  FOTOGRAFICA CON VISITA ALLA FABBRICA E ALLO SPACCIO

LUNEDI’ 26 ottobre
Ore10-18
Presso ditta Fratelli DONADEO Via LEOPARDI
MOSTRA  FOTOGRAFICA CON VISITA ALLO SPACCIO

Domenica 18 ottobre 2015 - LE BELLE CECE - Andrea Vitali dialoga con Giandomenico Corti, in Villa Sironi a Oggiono


Un bel pomeriggio autunnale ha accolto lo scrittore ANDREA VITALI per la presentazione dell'ultimo libro LE BELLE CECE (Garzanti) a Oggiono.
Nell'ambito dell'iniziativa VILLE APERTE, l'Amministrazione Comunale Oggionese ha aperto le porte di Villa SIRONI, recentemente restaurata e che in poco tempo si sta proponendo alla cittadinanza come polo logistico per molte iniziative culturali. Proprio in una delle sale, quella del camino, di questo luogo prestigioso, è avvenuto l'incontro con l'autore bellanese.
Un pubblico numeroso ha affollato la sala del camino, desideroso di conoscere da vicino Andrea Vitali, uno dei più grandi scrittori di questi ultimi decenni.
Un autore premiato dalla critica e soprattutto dai lettori. Vince il MontBlanc nel '90, il premio letterario Piero Chiara nel '96, il premio Grinzane Cavour nel 2004, il prestigioso Bancarella nel 2006, il premio Hemingway nel 2008, il premio Procida e il Campiello giuria dei letterati nel 2009 e nello stesso anno anche finalista del premio Strega.
Ha dialogato con Adrea Vitali, Giandomenico Corti, libraio di LiberaMente in Oggiono.
Il pomeriggio è stato divertente perché entrambi, con simpatia, verve umoristica e un pizzico di ironia, sono riusciti a dare un'impronta famigliare alla discussione, a cui ha partecipato con calore lo stesso pubblico.
Non c'erano dubbi. Dietro ogni suo libro c'è una storia paesana, un aneddoto che è rimasto nascosto nei ricordi. Andrea Vitali ha in sè la bravura di raccogliere queste confidenze e altrettanta bravura nel trasmetterle, tramutarle in libri. Una sorta di moderno cantastorie. Bisogna riconoscerlo che Vitali le storie le sa scrivere bene ma essendo un grande affabulatore, le sa anche raccontare.
Insomma un pomeriggio piacevole. Del libro LE BELLE CECE non si è parlato molto, d'altronde, conosciamo la prolificità di Vitali. Giovedì è in uscita il libro nuovo "La verità della suora storta". Lunga vita.

Vitali e Corti

Mercoledì 21 ottobre 2015 - Te la do me la Merica / Università della terza età LECCO

Mercoledì 21 ottobre alle ore 14:30 si è svolta una "lezione" speciale all'Università della terza età di Lecco. Per aula è stata utilizzata la prestigiosa Sala Ticozzi gremita di studenti.
Docenti relatori: il Presidente dell'Associazione culturale Università del Monte di Brianza, Corti Giovanni e Paola Panzeri, accompagnati dal coro La Campagnola, diretto dal maestro V. Sala.
E' stata quella di mercoledì pomeriggio un'occasione per presentare il film-cortometraggio TE LA DO ME LA MERICA del regista moltenese Mattia Conti, calando gli spettatori-studenti in un periodo storico a cavallo fra l'unità d'Italia e la Prima guerra mondiale che coincise con la chiusura di quasi tutti gli opifici che trattavano la lavorazione della seta nel lecchese. Il film riporta infatti una tragedia avvenuta proprio in una filanda di Oggiono nel 1898.
NASCITA DELL'INDUSTRIA SERICA NEL LECCHESE
Le ragioni della precocità della nascita e dello sviluppo dell'industria serica nel lecchese sono da ravvisarsi, in primo luogo, nelle caratteristiche naturali e geografiche (ricchezza di acque e boschi) sulle quali il Lecchese poteva contare rispetto al resto della Lombardia e, in secondo luogo, nella veloce trasformazione dei patti agrari che, liberando l'agricoltura dai ceppi feudali, ruppe i vincoli che proteggevano il contadino da un eccessivo sfruttamento. Infatti, poiché l'acqua, oltre a costituire un'importante fonte energetica, era indispensabile all'operazione della trattura, i primi opifici serici del Lecchese sorsero lungo i fiumi, sulle rive del lago e a ridosso dei torrenti, modificandone i corsi a seconda delle necessità. I fiumi e i torrenti vennero infatti incanalati in apposite "fiumicelle", deviate e regolate da chiuse e paratie in parte sopravvissute e riutilizzate ancora oggi.
Per quanto riguarda poi la trasfornazione dei patti agrari, iniziata nella prima metà del '700, è importante notare come, da un lato, si venne a creare la figura di un contadino impoverito e semiproletarizzato, e, dall'altro, si sviluppò il processo di accumulazione del capitale, investito dai proprietari terrieri proprio nell'industria serica. Con il passaggio dalla mezzadria al fitto a grano i contadini del Lecchese, a poco a poco privati dei fondi comuni, delle acque dei torrenti e anche della possibilità di sfruttare i boschi, cominciarono ad integrare gli scarsi proventi dell'agricoltura con il lavoro domestico. Ma in seguito all'estensione del regime di fabbrica anche a quei settori che ne erano rimasti esclusi, quali la trattura e l'incannatura, il lavoro domestico venne definitivamente abbandonato intorno alla metà del XIX secolo.
Lo sviluppo del setificiofu sì legato alla generale rivoluzione di quell'industria in tutta la Lombardia tra il 1815 e il 1848, ma nel territorio di Lecco la produzione serica nacque e si sviluppò secondo un modello evolutivo del tutto particolare rispetto a quello delle altre regioni lombarde. Infatti in questa zona il passaggio dal lavoro domestico a quello industriale non solo avvenne con una certa precocità rispetto al resto della regione, ma la produzione serica fu quasi sempre più alta che negli altri distretti della Lombardia.
La famiglia contadina, una volta entrata nel processo produttivo, venne totalmente disgregata: mentre gli uomini continuarono ad occuparsi del lavoro dei campi, per circa un secolo furono le donne, e soprattutto le bambine, a costituire il nucleo della classe operaia impiegata nell'industria serica.