Domenica 14 giugno 2015 - Gianluca Alzati presenta PICCOLA STAFFETTA all'Ospedale di Lecco


Gianluca Alzati
L’invito dell’Associazione BiblioHospitalis dell’Ospedale di Lecco e della Libreria LiberaMente di Oggiono è per:
DOMENICA 14 GIUGNO 2015 alle ore 17
Presso la HALL dell’Ospedale Manzoni di Lecco, lo scrittore e musicista
GIANLUCA ALZATI
Presenta il suo libro
“PICCOLA STAFFETTA” (ed. Bellavite)
INGRESSO LIBERO

L’iniziativa si inserisce fra quelle denominate CAFFè LETTERARIO, che l’Associazione Bibliohospitalis dell’Ospedale di Lecco organizza in collaborazione con l’Azienda ospedaliera dell’Ospedale A. Manzoni di Lecco e la Libreria LiberaMente di Oggiono.
Il CAFFè LETTERARIO è aperto a tutti i degenti che se la sentono di passare un pomeriggio diverso, ai parenti, ma anche a tutti i cittadini che amano la LETTURA e la CULTURA.

Sabato 20 giugno 2015 - TE LA DO ME LA MERICA a Oggiono




TE LA DO ME LA MERICA – Il film e la storia
«Te la do me la Merica!» (Te la do io l’America). Da ragazzino, era questa una frase ricorrente di mia madre, di fronte a qualche mia richiesta non realizzabile o che andava oltre lo stile di vita di una famiglia operaia.
Nel secolo scorso l’America era il miraggio dei nostri emigranti, alla ricerca di una vita migliore e nell’immaginario collettivo rappresentava e forse ancora oggi rappresenta il mondo libero, la nazione che realizza i sogni impossibili, dove chiunque può dal nulla, grazie alle sue capacità, emergere e diventare qualcuno.
American dream dicono gli americani. Forse è solo un sogno.
E sogno rimase per i lavoratori della fabbrica di camicie Triangle Waist Company di New York in quel fatidico 25 marzo 1911. Fu il più grave incidente industriale della storia di New York. Nel rogo della fabbrica morirono 146 lavoratori, di cui 123 donne, soprattutto immigrate italiane ed ebree. I lavoratori erano stati chiusi a chiave. Bassa retribuzione, zero diritti, sicurezza nulla.
Dopo la tragedia si mosse la politica, i sindacati, ci fu un processo. Tutti assolti i proprietari. Ma ancora oggi ricordiamo quel fatto tragico perché è diventato (8 marzo) la giornata mondiale della donna.
Durante le ricerche per un’iniziativa con l’Associazione culturale Università del Monte di Brianza, legata alla donna brianzola del secolo scorso, al lavoro e alla condizione femminile delle nostre nonne, siamo incappati in un fatto simile a quello americano. Altrettanto tragico, anche se con un numero di morti decisamente inferiore, ma successo prima del rogo di New York, qui a Oggiono e, come spesso accade, dimenticato.
Si torna indietro di oltre 100 anni, nel 1898.
Il periodo storico a cavallo fra l’Unità d’Italia e l’inizio della Prima Guerra Mondiale vede il territorio lecchese, rispetto al resto dell’Italia ancora legato all’agricoltura, già fortemente industrializzato e con un’occupazione oltre la media nazionale, soprattutto nei settori serico e meccanico. L’Italia era al primo posto, a livello mondiale, per la produzione e la lavorazione della seta, e a questo contribuivano molto le fabbriche del nostro territorio. Nelle filande e nei filatoi erano occupate migliaia di persone, per lo più donne e, nonostante la legge vietasse il lavoro minorile, anche molte bambine. Spesso le scuinere (scopinatrici) erano ragazzine di otto, nove anni.
Purtroppo quel periodo corrispose anche all’inizio di una crisi irreversibile del settore, alle prese con ostacoli creditizi e monetari, con la concorrenza giapponese e delle fibre artificiali, della disorganizzazione industriale, che determinarono uno sfruttamento della manodopera spesso malpagata e che porterà comunque, nel giro di trent’anni, alla chiusura di tutti gli opifici.
Il lavoro in filanda era duro: 14 ore al giorno e il salario oltremodo basso: 1 lira, 1 e 20 al giorno, di media, nelle fabbriche Oggionesi, a Lecco 1 lira e 30. Per le bambine la paga era oltremodo irrisoria. Nel libro “La mia Oggiono” dell’indimenticato maestro Franco Pirola è riportata la testimonianza significativa di Sofia Gerosa, soprannominata Sufia del filandon. Nella sua vecchiaia ricordava di aver lavorato da bambina, tutto il suo primo anno per dü scusà, due grembiuli. Ma c’era la crisi, prendere o lasciare.
La tragedia successe la mattina del 1 febbraio 1898, 117 anni fa.
Fin dalla notte precedente, una terribile bufera di vento aveva spazzato tutto il nord Italia, in modo particolare il comasco e la bergamasca. La striscia di Brianza, quella dei laghi, fu sconvolta da un terribile ciclone. Una testimone oculare raccontò che fin dalla notte il tempo prometteva poco di buono, il vento non aveva mai smesso di soffiare e in paese tutti vegliavano. Il 1 febbraio era di martedì, un giorno lavorativo e la gente brianzola, sia che piove, sia che nevica o tempesta o c’è un uragano in atto, va al lavoro regolarmente. Solo le S.S. Quarantore, esposte nei paesi vicini tennero a casa un po’ di donne. E fu la loro salvezza.
Nella sola Oggiono, nonostante la crisi, c’erano 5 grosse filande e 8 filatoi che occupavano un migliaio di persone. La particolarità è, che 4 di questi opifici, erano costruiti nel centro storico del borgo, muro a muro con le abitazioni civili.
Al Filandun si accedeva da via Locatelli; la filanda Amati era in via Giacinto Longoni, dove adesso si trova la carrozzeria Nava; la filanda della “Brusadeluna” in via Lazzaretto; la filanda del signor “Briuschen” in Piazzola (l’edificio del vecchio Oratorio). La quinta era la filanda di Bagnolo del signor Donegana.
Solo il giorno successivo, l'entità del disastro si delineò in tutta la sua tragicità. Tralasciamo le drammatiche notizie giunte dalla bergamasca, dove per la bufera, i crolli interessarono le locali filande, ma concentriamoci su quello che successe nel raggio di pochi chilometri tra Oggiono e Cesana. A Cesana crollò il fumaiolo alto 15 metri della filanda del signor Giulio Ronchetti che sfondando metà della tettoia della filanda, uccise 3 operai.
La tragedia peggiore, come numero di vittime però fu a Oggiono. Verso le otto di mattina l’uragano infuriò sulla chiesa prepositurale, il campanile crollò, sfondò il tetto ammassando il materiale sul pavimento. Fortunatamente in chiesa non c’era nessuno, avendo il Prevosto, proprio in quel giorno, spostato alle sei la messa delle otto (ricordo che c’erano le S.S. Quarantore nei paesi vicini e il Prevosto era impegnato con i parroci dei paesi limitrofi).
Il crollo del campanile deve essere stato come una bomba. Contemporaneamente le sirene degli stabilimenti davano l’allarme creando in paese la stessa sensazione che precede un bombardamento aereo.
Volavano le tegole, i camini. Gli alberi erano sradicati dal terreno.
Alla filanda Amati, i dirigenti, memori di un incidente già accaduto in precedenza, fecero prontamente evacuare la fabbrica e non si ebbero vittime. «A casa, presto, andate a casa tutti!»
E i lavoratori non se lo fecero ripetere perché temevano anche per le loro abitazioni. Ma la tragedia era lì ad aspettarli. Tutti i caminoni, le ciminiere delle 4 filande del paese crollarono contemporaneamente. Purtroppo la ciminiera della filanda Brusadelli cadde sopra la sala macchine con le lavoratrici ancora all’interno. I primi ad intervenire sul luogo della tragedia furono gli addetti di un circo equestre che aveva montato il tendone in paese qualche giorno prima. Sotto le macerie, oltre a centinaia di feriti c’erano sei donne morte. Due giovanissime, 12 e 13 anni. Una mamma con la propria figlia e un’altra figlia gravemente ferita.
Questi sono i nomi delle vittime:
Aldeghi Palmira di anni 26;
Colombo Giuseppa di anni 38;
Zuffi Graziosa di anni 45 e la figlia Ghiesi Maria di anni 12;
Panzeri Luigia di anni 13;
Negri Maria di anni 18.
La storia è questa. Con l’America c’era una similitudine, oltre alla morte, oltre il fatto che erano donne. Nel nostro caso, si dice, voce di popolo, non confermata, perché qui non ci furono processi e nemmeno ricorrenze, e quindi anche noi lo affermiamo molto sommessamente: le donne erano state chiuse dentro.
Questa è la storia che potrete vedere nel film di Mattia Conti: TE LA DO ME LA MERICA.
Il giovane regista moltenese ha sposato in pieno l’idea dell’Associazione Università del Monte di Brianza per raccontare con la sua macchina da presa una storia dimenticata, recuperata da pochi documenti giornalistici dell’epoca e soprattutto dal ricordo orale dei nostri anziani.
È il nostro modo di trasmettere la Storia, la nostra Storia.
Il film è stato girato a Oggiono; presso lo stabilimento di Franco Donadeo, che ha la caratteristica di aver mantenuto, in alcune parti, una struttura architettonica molto simile alle fabbriche di fine ottocento; alla cascina Ghisolfa dei fratelli Lietti e al Museo della seta di Garlate, dove sono conservati macchinari ancora perfettamente funzionanti per la lavorazione della seta.
Il film è drammatico e commovente e spesso tocca le corde emozionali, grazie all’eccellente lavoro del regista Mattia Conti, della fotografia di Andrea Volpi e per l’interpretazione in dialetto brianzolo, notevole, delle attrici della Compagnia teatrale Annonese “Amici per sempre” e degli attori di “Stendhart” di Oggiono. Le musiche sono dirette dal maestro Walter Sala con “La Campagnola” di Olgiate Molgora e i “Promessi Sposi” di Oggiono. Per tutti, il “collante” è stata l’anima irrequieta di Paola Panzeri.
Il film è stato prodotto grazie alla passione di tutte queste persone e al contributo tangibile delle aziende Oggionesi: Novatex e Galbiati Group.

A Oggiono il film sarà proiettato proprio nella insolita location della fabbrica Donadeo, via Leopardi 2 (Piazza Stazione).

SABATO 20 GIUGNO alle ore 21
TE LA DO ME LA MERICA
Regia di Mattia Conti
INGRESSO LIBERO

Sabato 16 Maggio 2015 - Gianluca ALZATI presenta il libro PICCOLA STAFFETTA






Gianluca Alzati


GIANLUCA ALZATI
INVITA
alla presentazione del suo libro
PICCOLA STAFFETTA
In Libreria LiberaMente – OGGIONO
SABATO 16 MAGGIO 2015 ore 17

Come si fa da genitori, da insegnanti e da educatori a trasmettere ai ragazzi del nostro tempo l’amore per la libertà conquistata in Italia dalla Resistenza il 25 Aprile del 1945?. È questa la difficile domanda dalla quale prende le mosse e prova a dare delle risposte questo piccolo romanzo. I protagonisti e narratori sono un gruppo di ragazzi,studenti della generazione digitale, che crescono alle prese con la diversità, i pregiudizi, la perdita dei valori, ma che durante l’avventura della loro crescita, guidati da una giovane partigiana novantenne, scoprono la solidarietà, l’integrazione e il fascino di ideali che sentono di dover tramandare con passione alle generazioni future

GIANLUCA ALZATI Nato a Milano nel 1970, insegna Lettere nella Scuola Secondaria di primo grado. Ha scritto tre romanzi: nel 2006 "Il mistero della vecchia chiesa abbandonata" (EMMEPI), ristampato nel 2008 dopo il grande successo. Nel 2007 il suo atteso seguito: "La vendetta dei Lupi neri" e nel 2009 un giallo con protagonista il figlio di Sant'Agostino: "Adeodato e l'umbra tenebrarum" (Collana Domus Verecundi). 
Collabora nel 2010 per la stesura di testi scolastici.
Nel 2011 esce "Con il tricolore al collo: il romanzo di Luciano Manara e del sogno di un'Italia unita" (Collana Domus Verecundi) dedicato alle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità italiana.
Nel 2012 insieme alla CONTROVENTO ACOUSTIC BAND, scrive canta e suona nel libro con disco allegato "Sotto il cielo in Brianza" (Collana Domus Verecundi): dieci storie e dieci canzoni raccontanol'amore per la propria terra d'adozione. Una di queste canzoni: "Controvento", dedicata al partigiano Giancarlo Puecher, ha vinto il premio per gruppi rock emergenti al concorso "Sbandampi" di A.N.P.I. Monza e Brianza. Attualmente Gianluca Alzati sta lavorando alla registrazione del un nuovo disco della band dal titolo "Normalmente diversi", in uscita nel 2015, che conterrà la canzone "Piccola Staffetta".
Il libro è dedficato a LIDIA MENAPACE. 
Lidia Menapace, nata nel 1924, vive a Bolzano. è stata una giovane staffetta partigiana, docente universitaria, senatrice della Repubblica italiana, pacifista e femminista militante, saggista, nonché protagonista reale nella finzione romanzesca di "Piccola Staffetta".
Gianluca Alzati

MAGGIO 2015 - Espone il pittore RAFFAELE FRANCOMANO - FLUIDCOLORMOTIONS

Raffaele Francomano è nato a Giussano nel 1978, nutre la passione artistica sin da bambino, giovane e determinato si è diplomato alla scuola d’arte I.S.A.e la pittura ad acqua diventa visceralmente sua. Raffaele affina la tecnica e partecipa con successo a numerose manifestazioni artistiche, viene invitato a concorsi nazionali e internazionali dove ottiene importanti riconoscimenti. I suoi quadri con un fermo traliccio disegnativo, sono un racconto d’arte e poesia; l’anatomia, i ritratti, animali e natura sono avvolti in garbati sottofondi con mescolanze di acqua e colore, di frasi cromatiche frutto di prove ed esperienza ricercata, molto apprezzata dai fruitori. La sua continua ricerca lo porta a riversare il suo virtuosismo tecnico su nuovi supporti e con nuovi materiali come smalti e bitume.
MOSTRA PERSONALE
DIPINTI ACQUARELLO
IN LIBERAMENTE OGGIONO
MESE DI MAGGIO 2015

Domenica 10 maggio - ELVIO ANGELETTI presenta RESPIRI DI VITA

Elvio Angeletti



Elvio Angeletti - Presentazione 10 maggio 2015


 
ELVIO ANGELETTI
Presenta il suo libro
RESPIRI DI VITA (ed. INTERMEDIA)
ORE 11
DOMENICA 10 MAGGIO 2015

APERITIVO CON L’AUTORE
IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLA MAMMA
AD OGNI MAMMA PRESENTE VERRà DONATA UNA ROSA
INOLTRE CHI ACQUISTA UN LIBRO PARTECIPA ALL’ESTRAZIONE DI UN PREMIO
Elvio Angeletti



Elvio Angeletti nasce
a Senigallia il 06/05/1954 vive a Marzocca di Senigallia (AN)
sposato con Maria Luisa, padre di due figli e nonno,
fin da ragazzo mostra predisposizione all’arte e  inizia a dipingere,
arte che lascia per via del tempo sempre minore a disposizione…
Negli anni il desiderio di esprimersi con l’arte
si fa sentire attraverso la parola.
Elvio comincia a scrivere frasi che nel tempo si trasformano in poesie;
la crisi del lavoro è, per Elvio, un fulmine a ciel sereno e trova nello scrivere
sempre più soddisfazione… tanto che, avendo tempo da dedicarvi,
comincia a fare sul serio…La mobilità lo porta a fare lavori socialmente utile ed
è chiamato a svolgere attività presso l’Ufficio per l’impiego di Senigallia. Lì viene
a conoscenza dell’Associazione culturale “Il Capricorno Arte” di Corinaldo del quale presidente
è la signora Anna Grossi, pittrice di fama internazionale e critico d’arte e letteratura.
Da qui …. Tutto parte da qui….