Venerdì 17 Aprile 2015 - OMAGGIO AD ANTONIA POZZI - Conversazione di Stefano CALDIROLA


OMAGGIO AD  
                 ANTONIA POZZI
Conversazione di Stefano Caldirola

In Libreria LiberaMente – OGGIONO
VENERDI 17 APRILE ore 20:45

In libreria è possibile visionare una mostra di disegni ispirati alle poesie di Antonia Pozzi
INGRESSO LIBERO
Antonia Pozzi
INVITO per una serata in ricordo della poetessa ANTONIA POZZI con Stefano Caldirola, suo appassionato conoscitore.

Antonia Pozzi: una manciata di anni (1912-1938), un grumo di gioia e di dolore,che nell’acuta coscienza di sé, in una vita «vissuta tutta dal di dentro», si scioglie in canto, in una poesia che ha il fascino dell’umano e la tensione del divino. Onorina Dino
La grande italianista Maria Corti, che la conobbe all'università, disse che «il suo spirito faceva pensare a quelle piante di montagna che possono espandersi solo ai margini dei crepacci, sull'orlo degli abissi. Era un'ipersensibile, dalla dolce angoscia creativa, ma insieme una donna dal carattere forte e con una bella intelligenza filosofica; fu forse preda innocente di una paranoica censura paterna su vita e poesie. Senza dubbio fu in crisi con il chiuso ambiente religioso familiare. La terra lombarda amatissima, la natura di piante e fiumi la consolava certo più dei suoi simili».
Avvertiva certamente il cupo clima politico italiano ed europeo: le leggi razziali del 1938 colpirono alcuni dei suoi amici più cari: «forse l'età delle parole è finita per sempre», scrisse quell'anno a Sereni.
A soli ventisei anni si tolse la vita. Nel suo biglietto di addio ai genitori scrisse di «disperazione mortale». Si uccise mediante barbiturici in una sera di dicembre del 1938, nel prato antistante l'abbazia di Chiaravalle. La famiglia negò la circostanza «scandalosa» del suicidio, attribuendo la morte a polmonite; il suo testamento fu distrutto dal padre, che manipolò anche le sue poesie, scritte su quaderni e allora ancora tutte inedite.
È sepolta nel piccolo cimitero di Pasturo (LC).
La villa di famiglia a Pasturo, ai piedi delle Grigne, era il suo luogo prediletto. Il luogo dell’anima, dove si trovava la sua biblioteca, dove studiava, scriveva e cercava sollievo nel contatto con la natura solitaria e severa della montagna.



Nessun commento: